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Luca Maria De Nardo

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Automazione / Video

Packaging Valley: perché è nata là?

Luca Maria De Nardo

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lamborghiniNon ha più senso parlare di Packaging Valley ma di Automation Valley, e questa teoria ha un fondamento: che differenza c'è fra una trebbiatrice a vapore e una blisteratrice automatica? Nessuna, sono entrambe figlie di una rivoluzione e di una terra: ieri Industry 1.0, oggi Industry 4.0.

In 19 minuti, il video-giornalista Lucio Garofalo di San Giovanni in Persiceto aiuta a capire, partendo dall'epoca del vapore (Franco Risi e il suo Museo del Vapore), perché questa Valley emiliano-romagnola non è fatta di solo packaging: automazione del lavoro della terra, automazione del lavoro del grano e di altri frutti della terra, automazione del processo alimentare con energia termica, poi elettrica, ed infine automazione del confezionamento. Ma non solo, anche automazione del movimento: automobili, motociclette, autobus, ...

[caption id="attachment_20368" align="aligncenter" width="710"] Blisteratrice Marchesini MB 460, una delle più veloci sul mercato: la saldatura in piano a movimentazione continua garantisce pressione uniforme su tutta la superficie del blister. Alimentata da motori brushless.[/caption]

La visione improvvisa di una trebbiatrice degli anni '20 ad una sagra di mezza estate a Ospedaletto, dietro Coriano (RN), crea istantaneamente un collegamento visivo con macchine molto differenti e più moderne eppure in qualche modo simili: le confezionatrici automatiche. Entrambe macchine di processo alimentare, entrambe basate su ruote, giunti, pulegge, cinghie, ruote dentate; entrambe basate su un flusso di entrata del prodotto e di uscita del prodotto trasformato; entrambe al servizio della filiera alimentare. La parentela è anche in certe forme della struttura e la ragione è negli artefici.

Macchine agricole anni 20Uomo-chiave dell'agricoltura tradizionale basata sul lavoro dell'uomo e dell'animale era il fabbro che produceva strumenti per lavorare la terra, per lavorare i suoi frutti, per costruire gli aratri e i carri, per fabbricare i cancelli e chiavistelli che chiudevano aie e granai. La meccanizzazione chiese sempre a loro di creare macchine semi-automatiche come i trattori e le trebbiatrici, capaci di liberare l'uomo dalla schiavitù della fatica. Dove c'è tanta agricoltura ci sono tanti fabbri e tanti ferrari e ferreri.

[caption id="attachment_20372" align="aligncenter" width="830"] Dettaglio di una IMA C 24, la sarta più veloce del mondo: cuce il filo sulle bustine del te. Il mondo beve IMA.[/caption]

E quando si trattò di liberare gli agricoltori dai costi elevati del lavoro manuale prima di processo e poi di confezionamento si chiese ancora ai fabbri e ai ferrari di fare il salto: di creare le macchine automatiche per il confezionamento e l'imballaggio.

Macchine agricole anni 20 bisNon è un caso se il packaging è nato in una Food Valley ricca di stimoli e se rientra in un modello evolutivo sistemico che crea eccellenze in vari settori contigui: automobili, motociclette, macchine di processo, motori, elettromedicali, macchine utensili. Di lamiere e ingranaggi è stato ed è ancora ricco anche il mantovano, che mise al mondo a partire dagli anni '40 oltre tre generazioni di costruttori di etichettatrici, ancor oggi sui mercati internazionali.

[caption id="attachment_11969" align="alignleft" width="409"]Tetra Pak wood concept machine Modello di macchina forma cartoni a tetraedro del 1946 di Tetra Pak.[/caption]

Nella bassa si racconta che un certo Cortellazzi, appena finita la guerra, esponesse una macchina che confezionava spaghetti in buste di carta ad una fiera agricola in Svezia: il principio di base era quello di due ganasce di legno che comprimevano lungo il medesimo asse un foglio di carta tubolare formando una sorta di primitivo flow-pack.

Pare che un giorno di fronte a quella macchina passasse Ruben Rausing: rimase affascinato da quel movimento e nella sua mente immaginò che uno dei due lembi del tubolare ruotasse di 90° rispetto all'altro. Si dice che il famoso Tetraedro sia nato così. E non è un caso che la seconda sede più importante della multinazionale sia oggi in Italia, a Modena e a Rubiera (RE). Verità o leggenda, questa terra padana (non solo emiliano-romagnola), è oggi chiamata alla quarta evoluzione-rivoluzione: quella delle fabbriche. Ringraziamo Gruppo IMA, Marchesini Group, Cavanna e Tetra Pak Italia per il sostegno alla nostra attività editoriale.

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