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Luca Maria De Nardo

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Legno e pietra / L’ultimo ‘packaging’

Tombe e monumenti funerari di personaggi illustri della storia d’Italia a Deadline, mostra documentale e fotografica, a Pavia fino al 2 novembre prossimo

Luca Maria De Nardo

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Deadline mostra a Pavia

Nasciamo da un packaging: il sacco amniotico. Finiamo in due packaging: un cofano in legno e un monumento in marmo.
Tombe no grazie, quindi? Ma che dite? Chi non è affascinato dalle piramidi, da Castel Sant’Angelo, dalla basilica di San Pietro a Roma?
Le tombe segnano il nostro grado di civiltà: ne era convinto Foscolo quando scrisse nei Sepolcri: “Dal dì che nozze e tribunali ed are - Dier alle umane belve esser pietose - Di sè stesse e d’altrui…”


Eppure, oggi la morte non si pronuncia, non si cita, non si scrive. Non sta bene. Ecco spiegarsi un popolo di scomparsi, di persone che ci hanno lasciatI, che sono mancate. Ecco spiegarsi, forse, il progressivo abbandono dei culti funerari, i cimiteri sempre più disertati, la preferenza per la cremazione (per nulla sostenibile): rifugga da noi l’idea sgradevole che tutto finisce, siamo convinti dell’immortalità.
Ci mancherebbe altro, la morte non è una prospettiva! Eppure, mai come in quest’epoca qualsiasi media è densissimo di celebrazioni: ogni personaggio è occasione per costruire un fatto da raccontare, che in realtà è avvenuto decenni, se non secoli fa. Come la mostra in corso a Pavia dedicata al fatto e ai tempi della battaglia di Pavia del 1525: mostra di guerra, in tempi di guerra...


E i cimiteri, allora? Perché averne paura? Perché non considerarli dei libri, dei musei, dei luoghi di ispirazione, delle occasioni per una lezione di storia, dei momenti di contatto con la vita, per conoscere la bellezza ma anche per sentirsi vivi?
Proprio a Pavia, una delle capitali italiane dei Longobardi, il Cimitero Monumentale, insieme all’Università, racconta ‘monumenti’ umani’ ivi sepolti, o grazie a reliquie, cenotafi e calchi di mani, volti e crani (una volta si usava così) di personalità che hanno fatto la storia della città, dell’Italia, della scienza nel mondo: Ugo Foscolo (cenotafio e calco del cranio), appunto il cantore della grandezza dell’uomo attraverso i Sepolcri; Camillo Golgi, scienziato e biologo, il primo italiano a ricevere un premio Nobel; Alessandro Volta (il corpo è a Como), chimico e fisico inventore del primo generatore elettrico; Lazzaro Spallanzani (reliquie e statua celebrativa), biologo e fondatore della fecondazione artificiale e precursore del microbiologo Pasteur; Antonio Scarpa (reliquie), luminare di caratura mondiale dell’anatomia ammirato dallo stesso Napoleone. E poi, Torquato Taramelli, illustre geologo e rettore dell'Ateneo pavese; Bartolomeo Panizza, allievo di Antonio Scarpa, docente di Anatomia; Domenico Ganassini, chimico- biologo, professore incaricato di Chimica bromatologica e fondatore a Milano dell'Istituto di Ricerche Biomediche Ganassini; il senatore docente di oculistica Roberto Rampoldi.


Tutte pietre miliari della scienza, tutte accomunate dall’aver insegnato all’Università di Pavia, dove lavora da anni anche Roberta Manara, storica dell’arte specializzata in beni fotografici, in particolare per i musei civici e l’archivio dell’ateneo. È sua l’idea di una nuova mostra, Deadline, fra le numerose da lei curate negli anni, dedicata al **racconto degli illustri accademici attraverso il corredo funerario del Cimitero Monumentale pavese e i reperti dell'Università. **


Accanto a lei, altre professioniste: le archiviste Alessandra Baretta e Maria Piera Milani; la fotografa Marcella Milani, che ha scongelato la bellezza e la poesia dei monumenti; il critico d’arte Valerio Dehò; e Mariangela Calisti, proprietaria del cinquecentesco Palazzo Bottigella Gandini che ha concesso uno spazio storico tanto affascinante quando sconosciuto ai pavesi stessi e agli italiani; una mecenate dei nostri tempi che concesso il palazzo alla mostra Deadline, occasione per visitarlo perché altrimenti chiuso al pubblico.


“Che tristezza! La morte e i cimiteri!” Sì peccato che due volte al giorno si mangi in ‘compagnia dei morti’; che si assista a quotidiana violenza e degrado: a questa terapia del dolore non richiesta, rispondono la bellezza dell’arte funeraria, la cultura e l’intelligenza dei grandi. Ugo Foscolo avrebbe sorriso compiaciuto alle ‘autrici’ e agli autori di questa mostra.


Sede e orari
Deadline, palazzo Bottigella Gandini, corso Mazzini 15, Pavia
Giovedì, venerdì e domenica dalle 15.00- alle 19.00-sabato dalle 10.00 alle 19.00
sabato h. 10.00-19.00