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Imballaggi

Informativo / Imballaggio: che sia parlante, non è sufficiente

È ormai tramontata la definizione di ‘venditore muto’, ma la quantità delle informazioni rischia di confondere

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Fondazione Carta Etica del Packaging-la Presidente Anna Paola Cavanna

“Le informazioni devono essere proposte in modo da favorire la percezione della loro importanza”: è questa una delle raccomandazioni contenute nel Valore 6 della Carta Etica del Packaging , il documento dell’omonima Fondazione presieduta da Anna Paola Cavanna, nata da pochi mesi e che ha già coagulato le energie delle imprese su strumenti e progetti per migliorare il ruolo di servizio dell’imballaggio.

Perché porre al centro della Carta Etica una funzione scontata, quasi basica, una sorta di prerequisito? “Perché stanno velocemente cambiando le priorità dei consumatori – spiega la Presidente – Se il packaging vuol essere contemporaneo, come abbiamo raccontato con il Valore 7, dobbiamo renderci consapevoli che il contenuto informativo del packaging è in rapida evoluzione.”

D’emergenza e d’attualità sono le informazioni sulla composizione dei materiali e sul destino nella raccolta differenziata ma anche quelle nutrizionali-salutistiche a fronte di aspetti legislativi in evoluzione. “Il packaging è diventato contenitore di una tale quantità e qualità di informazioni che solo la questione della gerarchia e della posizione, per citarne una, diventa prioritaria: rispetto al Valore 6, la Fondazione vuole fare informazione riferendosi a tutti i portatori d’interesse – precisa Anna Paola Cavanna – un consenso fra molti può dare la risposta migliore, e qui sta il senso di essere Ambasciatori della Carta Etica e di promuovere la partecipazione delle imprese.”

E la grande distribuzione? Un Ambasciatore perfetto. In virtù del contatto diretto con i consumatori può e deve raccogliere i desiderata degli utilizzatori. Ma auspicabile è anche la partecipazione dei vendor del commercio elettronico, un mercato in espansione dove i consumatori trovano nelle schede-prodotto una sorta di realtà aumentata. La crescita delle informazioni porterà a dotare di bugiardino anche i prodotti di largo consumo? Oltre alle nuove gerarchie, su quali tecnologie puntare per gestire meglio i contenuti? “La Fondazione è uno spazio ed un tempo di confronto che non possiamo non regalarci – conclude la Presidente – Anche per non subire condizionamenti non condivisi da tutta la filiera, consumatori compresi.”