A fine 2020 Comieco ha presentato la ricerca “I nuovi modelli di consumo e la riprogettazione del packaging: la scelta di materiali sostenibili nell’era dell’economia circolare”, realizzata da Marco Frey, professore di Economia e Gestione delle Imprese, e da Giulia Casamento, entrambi dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Lo studio, disponibile sul sito Comieco, analizza le soluzioni industriali che la filiera cartaria sta mettendo a punto per realizzare imballaggi non solo in grado di assolvere a funzioni tecniche sfidanti (impermeabilità a miscele di gas, ossigeno, grassi e vapore acqueo) ma anche essere riciclabili nell’attuale filiera dei maceri, per contribuire a ridurre l’uso di risorse fossili e delle relative emissioni climalteranti.
Tra le soluzioni tecniche più promettenti, vi sono le nanocellulose, un settore sul quale sono attive ben 14 aziende di cui 8 giapponesi, una indiana e le altre del nord Europa. Indubbiamente non è l’unica (interessanti anche polpa di cellulosa, bagassa, bioplastiche compostabili, PLA), ma rispetto ad altre ha il vantaggio di non richiedere processi di spalmatura o laminazione con altri materiali che forniscono l’effetto barriera tanto ambìto: è infatti nel comparto alimentare, nel quale più elevata è la domanda di nuovi materiali a contatto con il cibo, che si cerca l’alternativa ai materiali di origine fossile.
Se è questo, in estrema sintesi, lo scenario della ricerca, che cosa avviene sul mercato? Quali sono le attività di sperimentazione e di applicazione disponibili al consumatore e destinate concretamente al riciclo o al compostaggio industriale? In occasione della presentazione della ricerca, Comieco ha invitato alcune aziende italiane ad illustrare casi reali di applicazione di novità in fatto di materiali cellulosici caratterizzati da prestazioni innovative.
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