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Imballaggi

Covid 19 / No packaging no vaccini

Storie di riuso e riciclo nella logistica più sicura del mondo. Concorrono alla sicurezza tutti i materiali: polimeri, vetro, metalli, legno, carta e cartone. Modesto il ricorso a soluzioni monouso. Tutto viaggia su EPAL, lo standard internazionale più sicuro.

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Secondo uno studio condotto da DHL e McKinsey, la consegna di dieci miliardi di unità di vaccino nel mondo richiede la movimentazione di 15 milioni di unità di consegna refrigerate su circa 200.000 pallet grazie a 15.000 voli cargo, senza contare il trasporto dagli aeroporti ai centri di vaccinazione tramite autocarri. Ma non tutti i trasporti consentono identiche soluzioni, in quanto le varie tipologie di vaccino necessitano di temperature di mantenimento differenti. Mentre per il vaccino BioNTech non ci sono ancora informazioni relative alla stabilità chimica, e quindi si richiede in via precauzionale una catena del freddo a - 70° C (Ultra Deep Freeeze), invece per il vaccino di Moderna basta una temperatura di - 20° C.

I materiali più utilizzati con funzione protettiva e di manipolazione sono le scatole di cartone ondulato, che racchiudono contenitori isotermici in grado di mantenere costante la temperatura da un minimo di 24 ad un massimo di 72 ore. Realizzati in polipropile espanso (EPP) o in Polistirene Espanso (EPS), sono riutilizzabili in quanto la loro funzione è quella di contenere ghiaccio secco e altri contenitori: sono infatti il packaging di una seconda scatola in cartone ondulato all'interno della quale si trovano i vassoi rigidi in polipropilene con le fiale dei vaccini, associate ad altro ghiaccio secco. I contenitori di EPP o in EPS sono dotati di coperchio nel medesimo materiale. Completano il set degli imballi il nastro antieffrazione che certifica l'integrità delle confezioni, eventuali nastri per la presa manuale e la serie delle codifiche in codice a barre e data matrix per la serializzazione, funzionale a garantire tracciabilità e rintracciabilità. Seguono data logger, coperte termiche, film estensibili di stabilizzazione delle scatole pallettizzate, reggette in PP o PE, reti di contenimento nel caso del trasporto aereo, le stesse utilizzate per il trasporto di farmaci a temperature più elevate dei 70 ° C richiesti per alcuni vaccini.

Gli espansi, opportunamente trattati, hanno il vantaggio di poter essere riutilizzati, di essere integrati con grafite per aumentare il potere isolante (tecnologia applicata nelle lastre isolanti per l'edilizia), di permettere la realizzazione di contenitori con doppia parete nelle cui cavità viene realizzato il vuoto o una depressione capace di garantire determinati livelli di isotermia. Il grande successo degli espansi in queste applicazioni è nel fatto che l'isolante è proprio l'aria, o il vuoto: l'EPS, in particolare, si compone in peso del 2% di polimeri e del 98% di aria. La riutilizzabilità si sposa con l'isotermia, caratterizzando tali soluzioni come le meno impattanti dal punto di vista delle emissioni climalteranti.

Il pallet EPAL è di gran lunga l'imballaggio terziario preferito per questo tipo di trasporti: elevata portata statica e dinamica, assenza di inchiostri e coloranti, tasso di umidità controllato, assenza di muffe, trattamento termico e certificazione ISPM n. 15 e standard tecnico ed igienico sanitario riconosciuto a livello internazionale ne fanno il bancale preferibile per questo tipo di logistica. Anche se riutilizzabili e riparabili, i pallet EPAL vengono usati una sola volta nella logistica dei vaccini, ma entrano poi in altri circuiti con minori esigenze igienico-sanitarie (trasporto di beni di largo consumo) ed ampiamente riutilizzati per altre consegne in tutta Europa.