Nel 2021 il settore dei costruttori di macchine per l'imballaggio ha fatturato vendite per 8,24 miliardi (+5,5% rispetto al 2020). In crescita del 2% gli addetti (36.351) riferiti a 633 aziende.
Le vendite estere hanno pesato per il 78,4% (6,46 miliardi, + 6,2%); con 2,15 miliardi, l'UE è il primo mercato di destinazione del valore (40,8%), cresciuto del 3,4%. Segue il mercato asiatico con 942 milioni ma in calo del 4,4%. Vendite per 828 milioni in USA e Canada (+13%), e per 473 in Africa e Oceania (9% delle vendite totali). La classifica per Paesi vede in testa gli USA con 756 milioni (+13,1%), seguiti dalla Francia con 364 e dalla Germania con 316. Le vendite domestiche sono cresciute del 3,2 e sono arrivate a 1,77 miliardi: pesano per il 21,6%.
In occasione della presentazione pubblica dei dati, durante l'assemblea annuale di Ucima, il neo presidente Riccardo Cavanna ha comunicato la tendenza dei primi tre mesi del 2022: calo del -4,4% rispetto al primo trimestre 2021, ordini in crescita dell'8% e aumento dei mesi di produzione garantita (6,7). Raccolto il testimone da Matteo Gentili di di TMC-Gruppo IMA, Cavanna ha annunciato che il suo periodo di presidenza sarà caratterizzato da azioni e progetti nella direzione di tre aree: storia, territorio e futuro.
Per Cavanna è importante prendere consapevolezza dell'identità di Ucima (40 anni di storia nel 2024) e della sua crescita (40 nuovi associati negli ultimi anni). Servono però un'associazione europea forte, (l'intesa con associazioni di altri comparti dell'imballaggio e con associazioni di utilizzatori (vanno in questa direzione le prime azioni di convergenza con Giflex, Amaplast e Acimga) e una forte capacità di dialogare con la componente sociale ed economica del territorio.
"In futuro, dobbiamo attrarre talenti nelle nostre imprese – ha esemplificato il neo presidente – Il deficit occupazionale di cui soffriamo insieme ad altri comparti della meccanica, e non solo, si può colmare rendendo appetibile e seduttivo il nostro comparto, ma occorre cambiare la nostra comunicazione, farci conoscere raccontando cosa rende possibile comprare, trasportare, aprire, richiudere e smaltire milioni di prodotti d'uso quotidiano, dall'alimentazione alla salute, dalla cosmetica ai farmaci. Dobbiamo rendere interessante il mondo dell'automazione al pari di quello dell'automobile, piuttosto che dell'aerospaziale."
Capitolo ancora tutto da scrivere è il dialogo con la grande distribuzione, sempre più decisiva nella scelta del packaging grazie al peso crescente della MDD: i principali eventi dedicati alla marca del distributore saranno presto occasione di incontro e dialogo fra Ucima e il mondo distributivo.
Sul fronte dell'occupazione, UCIMA, che già sostiene la fondazione ITS Maker, ha previsto un calendario di attività in 20 università italiane, e intende dare maggior peso alla presenza femminile, oggi al 16% sul numero totale degli addetti.
"Coinvolgeremo imprenditrici donne nelle attività di Ucima – ha promesso Cavanna – e in parallelo intendiamo azzerare l'immagine della fabbrica polverosa ed obsoleta, per attrarre verso le professioni STEM le giovani soprattutto, ma anche i giovani, e posizionare il settore fra quelli vitali per lo sviluppo economico del Paese. Infine, un impegno alla concertazione a proposito di uno degli strumenti più importanti per un comparto che esporta l'80% del suo fatturato: quello fieristico: l'impegno riguarda lo stop alla guerra tra manifestazioni, che anche di recente ha penalizzato, al di là delle fiere e dei loro espositori, soprattutto i visitatori, imbarazzati di fronte, per esempio, al fenomeno delle concomitanze.
