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Luca Maria De Nardo

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Interscambio nei bilanci di sostenibilità?

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EPAL scartati nei CEDI

2,5 milioni di EPAL non sono idonei e vengono scartati all'atto della ricezione nei CEDI, su 45,5 milioni di pallet; in sintesi, è il 5,45% in termini monetari (il 6% in termini numerici). E' quanto emerge dal recente Bluebox curato da ECR Italy dal titolo 'Dieci anni di logistica nel largo consumo-mappatura dei flussi logistici'; il rapporto dedica una delle sezioni finali al ruolo del pallet. Il mondo è quello delle imprese di marca, delle 3PL e della distribuzione che controlla reti di pdv costituite da piccole, medie e grandi superfici a libero servizio: 60 interviste fatte tra 2018 e 2019, 1.000 rilevazioni in banchina presso i centri distributivi e gli analisi di due atenei LIUC e Politecnico di Milano.

"In base alle interviste e alle rilevazioni presso i Ce.Di. della GDO è emersa un’incidenza media dello scarto di pallet EPAL pari a 6%. Questo dato è in linea con la rilevazione effettuata nel 2013 da ECR Italia e pubblicata nel report La gestione dei pallet nella filiera del largo consumo. Tuttavia, vi sono aziende GDO che dichiarano di scartare in media il 15% dei supporti in ingresso, asserendo che la qualità del parco pallet si sta progressivamente deteriorando (fenomeno che riguarda anche i pallet del circuito a noleggio)."

"La maggior incidenza è anche dovuta all’introduzione presso alcuni Ce.Di. di sistemi automatici per la movimentazione e lo stoccaggio delle UdC che richiedono una elevata qualità dei pallet, verificata attraverso portali dotati di sensori e telecamere. Nel caso di magazzini automatici infatti, il prelievo dei pallet avviene mediante forcole telescopiche che richiedono una perfetta luce libera tra i due blocchi angolari e quello centrale sul lato corto del pallet. Pertanto, un pallet usato che abbia subito una riparazione non idonea ancorché certificata, potrebbe essere scartato all’ingresso. Molti produttori dichiarano che ci sono situazioni limite, con incidenze medie di scarto superiori al 40% (si tratta di pochi casi anche in assenza di magazzini automatici)."

"Per convertire il 6% di scarto medio dei pallet EPAL in termini monetari, occorre partire dal flusso annuo complessivo pari a 3,2 miliardi di colli, cui corrispondono 67 milioni di pallet, 68% dei quali appartenenti al circuito EPAL che per l’89% arrivano in un Ce.Di., valorizzati ad un prezzo medio per il pallet interscambiabile di 7,5 euro (Osservatorio semestrale sul valore del pallet EPAL di ECR Italia) si ottiene un costo annuo relativo agli scarti pari a 18 milioni di euro."

La situazione ritratta dal Bluebox non fa menzione delle pratiche più diffuse che sono: 1) trattenere i bancali di proprietà di terze parti contestandone la non conformità (dovrebbero invece essere restituiti anche se rotti o non conformi) 2) non riconoscere la validità dei buoni pallet 3) restituire in diretta o in differita un numero di pallet di qualità scadente o non utilizzabili.  Se il destinatario emette un buono o rende pallet in interscambio, alla restituzione devono essere tutti sani e conformi, senza storni, tanto più che le contestazioni sono già avvenute all'atto del ricevimento.

In aggiunta a queste pratiche commerciale scorrette, ultimamente non sono pochi gli episodi di riconsegna di bancali di pessima qualità approfittando del fatto che gli autisti, per ragioni sanitarie, non devono scendere dai veicoli per i normali controlli.

E' rarissimo che le piattaforme consentano ai consegnatari un controllo dei pallet consegnati in occasione di contestazioni sulla qualità, contravvenendo allo spirito della cosiddetta 'logistica collaborativa'. L'insieme di tali pratiche commerciali scorrette pregiudica di fatto i risultati dei bilanci di sostenibilità delle imprese che non sono disponibili a correggere tali pratiche: la corretta gestione di EPAL, infatti, è uno dei punti qualificanti della logistica sostenibile a livello europeo, dal punto di vista sia economico sia ambientale.