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Eliana Farotto

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Imballaggi

Riciclo / Aspettando la tartaruga

E' protagonista involontaria di un'etichettatura obbligatoria

Eliana Farotto

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SUP direttiva marcatura obbligatoria

In questo grigio inverno il termine tartaruga evoca corpi tonici abbronzati dal sole, muscoli torniti da guadagnare con fatica dopo le abbuffate delle feste. Invece la tartaruga che entra di diritto nel mondo degli imballaggi è un animale sconsolato che comparirà su tazze e bicchieri fabbricati interamente o parzialmente in plastica. L’etichettatura è obbligatoria (1) e secondo le indicazioni del normatore, dovrebbe rammentare al consumatore l'impatto ambientale negativo dell’abbandono in ambiente.

Con la testolina reclinata la testuggine marina (si capisce che è in acqua?) dovrebbe suscitare nell’ignaro cittadino assetato un moto di empatia verso il mondo animale, anche se è difficile il passaggio logico da una macchinetta del caffè ad una spiaggia incontaminata dove nidificano le Caretta caretta. Noi continuiamo a tifare per la raccolta differenziata e il riciclo, e lasciamo le tartarughe nuotare felici e inconsapevoli di questa involontaria notorietà.

(1) Regolamento n. 2020/2151/Ue del 17 dicembre che disciplina le specifiche tecniche relative alle etichette dei prodotti di plastica monouso per il corretto smaltimento come rifiuti e relativamente al contenuto di materiale plastico, ripreso nell’art.7 DECRETO LEGISLATIVO 8 novembre 2021, n. 196, Attuazione della direttiva (UE) 2019/904, del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 giugno 2019 sulla riduzione dell'incidenza di determinati prodotti di plastica sull'ambiente.