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Automazione

Cavanna / Come integrare prodotto, macchina e film

In 20 anni, TESTCLAB, il Laboratorio Prove di Cavanna Packaging Group ha analizzato migliaia di casi creando un grande data base sui film flessibili

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Appartenente alla Divisione R&D di cui è il braccio operativo, con uno staff permanente di 10 persone, un’area dedicata e 3 linee automatiche destinate alle prove di confezionamento, TESTCLAB, il Laboratorio Prove di Cavanna Packaging Group, ha visto crescere in questi ultimi 2-3 anni in modo esponenziale la sua attività principalmente a causa della transizione dei multimateriali plastici utilizzati nel flowpack verso soluzioni sostenibili riciclabili e/o compostabili.

Inaugurato ufficialmente il 15 giugno 2013, in realtà il Laboratorio Prove Materiali inizialmente chiamato MIT era già nato nel 2001 con l’obiettivo di accrescere la cultura aziendale studiando ed approfondendo le interazioni fra macchine, flowpack e materiali di incarto.

“Infatti, nei primi anni era stato un gruppo di lavoro che dipendeva il Dipartimento Service – ricorda Amedeo Caccia Dominioni, ex Direttore Service e attualmente responsabile del TCO Consulting – mentre oggi interagisce con tutta la filiera produttiva, dai clienti ai produttori di materie prime, dai produttori di film ai converter raccogliendo l’esperienza accumulata in oltre 6.000 casi di linee Cavanna installate nel mondo e in un immenso data base di test effettuati su diversi materiali di incarto per verificarne la macchinabilità, la performance e la velocità ad una certa tenuta di saldatura.”

In questi 20 anni è cambiato completamente l’approccio al problema: macchina e materiale sono diventate un binomio imprescindibile l’una dall’altro. L’importanza della determinazione oggettiva della vita utile del prodotto, cioè della shelf life reale, ha fatto sì che le tenute di saldatura diventassero un fattore chiave nella scelta del materiale stesso, portando i due principali attori del processo di packaging (macchine e materiali) a collaborare strettamente fra loro per il successo dell’operazione.

A ciò si aggiunge la domanda sempre crescente e particolarmente forte in questi ultimi anni di incarti eco-compatibili. La richiesta di materiali riciclabili e/o compostabili a base carta in sostituzione dei film plastici multimateriali ha dimostrato l’importanza di poter disporre di un laboratorio attrezzato e orientato alla soluzione pratica di questi problemi.

“L’industria alimentare chiede di poter utilizzare film sostenibili sostituendo i materiali esistenti senza compromessi nella produttività e/o nella qualità della confezione – sottolinea Caccia Dominioni – A questo punto diventa di straordinaria importanza poter effettuare i test in laboratorio ricevendone un'immediata comprensione dei problemi ed apportando le eventuali modifiche alle macchine per permettere l’utilizzo del nuovo film. Per esempio, le nuove ganasce HP in grado di mantenere una costante precisione di temperatura su tutta la superficie della ganascia stessa sono state sviluppate per consentire l’utilizzo di film monomateriali, tipo PE, estremamente sensibili agli sbalzi termici.”

Speciali Green Kit costituiti da una serie di parti ‘custom made’ per l’utilizzo di film a base carta sono sviluppati e testati direttamente in laboratorio. Ciò ha consentito di poter soddisfare le esigenze produttive di alcuni clienti italiani ed esteri sia nell’incarto primario sia in quello secondario; questi clienti, nel 2021, presenteranno sul mercato i loro prodotti incartati con i nuovi film sostenibili.

L’impegno tecnologico sui materiali ha permesso a Cavanna di essere riconosciuta come punto di riferimento per i problemi legati alla sostenibilità, per gestire i cambiamenti e affrontare concretamente la sostituzione dei materiali d'incarto richiesti dal mercato.

“Non è un caso che alcuni partner importanti con cui Cavanna Packaging Group ha sviluppato un White Paper sulla Sostenibilità quali SIT, Taghleef, Futamura e Ticino Plast – conclude Caccia Dominioni – scelgano spesso il TESTCLAB per provare i loro materiali innovativi. Fare cultura sul tema del BioFlowpack è il giusto approccio verso la sostenibilità. Abbiamo appena lanciato una nuova linea di flowpacking e di packaging secondario a media velocità, denominata Flowbar, che incorpora tutti i principi di cui sopra, in relazione ad un formato, la barretta, declinato ormai in molti modi diversi: healthy, bio, nutriceuticals, ecc., tutti fortemente legati a concetti di miglioramento dello stile di alimentazione e della riduzione degli impatti ambientali.”