Ridurre imballaggi e contenitori usa e getta, incentivare materiali riciclabili e sperimentare forme di riutilizzo: è con questi obiettivi che il governo francese ha coinvolto 19 attori del settore del food delivery per affrontare il problema dei rifiuti in plastica. Un tema che è tempo di affrontare anche per l’Italia, ora che si sta insediando il ministero per la Transizione ecologica e tanto più che tra i firmatari della “Charte d’engagement” ci sono alcune delle maggiori piattaforme di delivery attive anche nel nostro paese.
Oltralpe, il settore ha prodotto solo nel 2019 oltre 600 milioni di imballaggi e contenitori monouso, a fronte degli oltre 200 milioni di pasti consegnati ed è in continua espansione (+ 20% all’anno). A sottoscrivere i dieci impegni previsti dalla carta francese sono state le piattaforme di delivery e i ristoranti virtuali, ma anche aziende specializzate in soluzioni per il riuso, produttori e fornitori di imballaggi o contenitori.
Il primo obiettivo, che riguarda tutte le fasi della consegna, dalle cucine ai magazzini, fino ai punti di spedizione, è di arrivare entro il 2022 al 50% di imballaggi senza plastiche usa e getta, il 70% entro il 2023. Contemporaneamente il lancio di 12 progetti sperimentali per il reimpiego dei contenitori, valutandone non solo l’impatto ecologico ma anche la fattibilità economica; il ministero ha garantito qui l’appoggio di Ademe, l’agenzia per la transizione ecologica e l’accesso ai fondi per l’economia circolare. Ancora, raggiungere il 100% di imballaggi riciclabili entro il 1° gennaio 2022, mentre le resine plastiche più difficili da riciclare dovranno essere bandite entro il 1° luglio 2021. Entro la fine di febbraio 2021, inoltre, in Francia non saranno più distribuite sistematicamente posate usa e getta e salse.
