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Materiali

Biotec / Per i surgelati un sostituto del PE

Italia area test di un film compostabile certificato; prove sul campo in fatto di caduta, macchinabilità, inchiostri, saldature e resa grafica

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Biotec-Film per imballaggio surgelati in bioplastica

Al netto degli effetti della pandemia, il mercato dei surgelati in Italia vale poco meno di 500mila t di vendite al dettaglio (63% del mercato totale) e 300mila alla ristorazione, per un fatturato di 4,5 miliardi di euro; a valore, il segmento delle verdure è il più importante (48%).

Il numero delle confezioni è stimabile intorno a 1,4 miliardi di unità di vendita: prevale numericamente il film termosaldato in PE seguito dagli astucci in cartoncino politenato e dai contenitori in PP.

È a questo mercato, caratterizzato da una tendenza media degli ultimi 5 anni alla crescita intorno all’1,5% a volume, che si rivolge un progetto di Biotec, produttore di compound di polimeri biobased compostabili ad alto contenuto di risorse rinnovabili.

“Già presenti da tre anni in differenti settori merceologici dei surgelati in Italia, le buste stampate e termosaldate prodotte a partire dai nostri compound hanno già superato la prima e più importante prova, quella della temperatura a -20° C – sottolinea Giovanni Salcuni, direttore commerciale Italia della casa tedesca – Il nostro polimero ha retto il confronto con il PE alle basse temperature e risulta idonea sia al contatto con gli alimenti sia al compostaggio industriale secondo la norma EN 13432.”

Nei test è stata valutata l’idoneità degli inchiostri di stampa non solo al compostaggio ma anche al tipo di materiale differente dal PE e in presenza di basse temperature. Anche le prestazioni meccaniche dei nuovi film nelle confezionatrici verticali del tipo FFS non hanno richiesto particolari settaggi né creato fermi macchina. Importante la saldatura, risultata equivalente a quella delle buste in PE su linee convenzionali, recenti e meno recenti, a differenti velocità. Superati anche i test di caduta del prodotto all’interno delle buste come pure la caduta accidentale della busta piena e sigillata.

“La produzione del film può avvenire indifferentemente su estrusori monostrato e multistrato – sottolinea Salcuni – La coestrusione consente una migliore gestione dei materiali in ordine alla resistenza e alla trasparenza, per contro aumenta i costi energetici. I film del progetto sono opachi grazie all’aggiunta di un master bianco, compostabile, per garantire la copertura desiderata e offrire elevata resa grafica e cromatica. Infine, stiamo studiando versioni adatte al compostaggio domestico, per soddisfare la maggior parte delle nazioni europee dove è praticamente l’unico diffuso. L’Italia è dunque il test più importante a livello europeo per applicazioni industriali.”