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Giovanni Salcuni, direttore commerciale Biotec Italia

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Norme

Plastica / Qualcuno ha capito l’obiettivo della direttiva SUP?

L’obiezione alla decisione dell’Italia che invece accoglie le bioplastiche per produrre certi manufatti contiene un grave precedente che danneggerà l’ambiente

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compostaggio bioplastiche direttiva SUP

La direttiva europea 904/2019, conosciuta come SUP Single Use Plastic, impone che dallo scorso 3 luglio in tutti gli stati membri dell’Unione sia vietato il commercio di prodotti monouso fra i quali molti oggetti assimilati a imballaggi alimentari (piatti, posate, bicchieri, mescolatori per bevande) e contenitori per alimenti da asporto.
Giovanni Salcuni direttore commerciale Biotec
Secondo Giovanni Salcuni, direttore commerciale Biotec per l'Italia, lo spirito della norma è sbagliato: abolisce un prodotto perché in plastica? E quelli in altri materiali? Sono più riciclabili di altri? La maggior parte dei materiali è recuperabile, anzi si potrebbe anche dimostrare che determinati materiali proposti come alternativi creano scarti anche importanti in fase di riciclo, problema che le bioplastiche e le plastiche, se utilizzate in modalità monomateriale, non creano affatto.

L’Italia, dopo l’esame delle due camere, ha recepito a maggio la direttiva con la legge 168 ‘a modo suo’ ed ha accolto i manufatti prodotti con biopolimeri in grado di garantire il compostaggio industriale conforme alla norma europea EN 13432. E sottolineo europea…

Ma il 31 maggio l’UE ha riaffermato il contenuto della direttiva escludendo la possibilità di ricorrere alle bioplastiche; si ammette il valore dei contenuti della norma 13432 ma si ricorda che le bioplastiche non hanno tempi sufficientemente brevi di biodegradazione marina. La motivazione ha tutti i caratteri dell’allucinazione: la logica di questa obiezione si basa sulla presa d’atto che il mare è una discarica e può continuare ad esserlo…

L’approccio corretto della direttiva
Dovrebbe essere quello di stabilire logiche industriali nella produzione di beni monouso e un fine vita che incentivi il recupero. Un esempio: se il problema è l’abbandono di cannucce e bicchieri in spiaggia, strumenti dissuasivi e persuasivi esistono, come i contenitori per la raccolta differenziata, il presidio e il controllo delle forze dell’ordine, le logiche ‘premianti’, la collaborazione di operatori locali dell’horeca. L’educazione produce effetti duraturi e di lungo periodo ed ha carattere virale in tutti i settori e per tutti i materiali e i manufatti.

Norma anti-italiana?
C’è una seconda considerazione che nasce dal constatare l’evidenza: la maggior parte dei produttori oggetto del divieto della SUP sono tutte aziende italiane, mentre per le alternative si spinge a ricorrere a materie prime prodotte in altre, poche, nazioni europee. Le imprese italiane hanno avviato da tre anni un graduale e costoso processo di conversione degli impianti di trasformazione di PS e PP per produrre con bioplastiche. Inoltre, l’Italia è l’unica nazione UE ad aver sviluppato il sistema di compostaggio industriale tramite la raccolta della frazione umida domestica e professionale (canale horeca).
Biotec direttiva SUP
E' una direttiva, non una legge
Da considerare, poi, che la SUP rimane una direttiva: apposta non è stata chiamata legge perché inquadra problemi e soluzioni e non pone diktat. Ogni nazione ha esigenze differenti e questa logica è ampiamente dimostrata dai fatti: in Francia, per esempio, prevale la produzione domestica di compost, in Italia non è necessaria perché è stato implementato un sistema industriale.
Che senso ha uniformare le leggi per tutte le nazioni? In Italia i sacchetti ortofrutta devono avere spessore sotto i 15 micron e un’impronta biobased di almeno il 60%; in Francia la normativa è analoga, ma l’obiettivo del 60% si raggiungerà entro il 2025 e la conformità è funzionale al compostaggio domestico. Spagna e Regno Unito stanno sviluppando le funzioni delle bioplastiche in vista del compostaggio.

Una deriva molto pericolo a livello UE
In sintesi, cancellare un prodotto e un materiale è sbagliato, piuttosto va razionalizzata la catena produzione, distribuzione, consumo e valorizzazione a fine vita. Se invece, la logica è quella della messa al bando di prodotto e materiale, da domattina le mascherine monouso saranno messe al bando: quante ne troviamo abbandonate nell’ambiente? Le mascherine sono necessarie e prodotti della SUP no? Quale commissione decide cosa è necessario e cosa no?

È necessario concentrarsi su logiche di produzione mono materiale, sull’educazione ambientale, sulla filiera del riciclo e del compostaggio. La logica normativa dell’UE dimostra assenza di competenze e conoscenze su questi temi.
Biodegradable_plastics_market_segment_2020