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Norme

Rifiuti / Stop a quelli plastici difficili

Cina, UE e Convenzione di Basilea limitano il commercio di frazioni ancora da preparare per il riciclo

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Il 1° gennaio di quest'anno sono entrati in vigore emendamenti restrittivi sul commercio di rifiuti in plastica non destinati al riciclo secondo quanto disposto dalla Convenzione di Basilea sul controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi e del loro smaltimento. Le restrizioni puntano a limitare l'esportazione di rifiuti non trattati misti, come i rifiuti elettronici che sono in aumento e che contengono importanti frazioni di polimeri. D'ora in poi, lo stato esportatore e quello importatore dovranno rilasciare sia all'azienda che vende sia a quella che compra un Consenso Informato Preventivo (PIC) relativo a composizione e qualità dei rifiuti, senza il quale i rifiuti possono essere bloccati e rispediti al mittente, che sarà sanzionato. Esenti dal PIC sono i lotti di rifiuti composti da un solo polimero già preparato pe ril riciclo e destinato a impianti di riciclo (per ulteriori nobilitazioni) e miscele di polimeri differenti se destinati alla separazione. Le nuove regole della Convenzione, alla quale aderiscono 186 nazioni, ostacolano spedizioni di rifiuti pericolosi e non pongono barriere invece a prodotti già preparati per il riciclo se non già divenuti materie prime seconde.

"Ciò costituisce un forte incentivo a dotarsi di tecnologie in grado di separare il più possibile le materie prime presenti nei rifiuti domestici – commenta Tom Eng, direttore generale di TOMRA Sorting Recycling – Ma le modifiche alla Convenzione di Basilea non sono le uniche novità normative internazionali a creare nuove condizioni di mercato e che portano a considerare il ruolo strategico dell'automazione."

Infatti, la Cina, seguita a ruota da Malesia, Tailandia e India, ha chiuso le porte a partire da quest'anno all'importazione di rifiuti solidi, compresi plastica, carta e cartone e rifiuti tessili. Le sanzioni previste non inducono a provarci, anche in considerazione del fatto che le spedizioni verrebbero restituite al mittente. Soluzione? O trovare nazioni interessate a rifiuti 'difficili' o creare mercati per le materie seconde previo investimento su tecnologie di riciclo a scarto tendente a zero.

Infine, anche l'UE ha alzato nuove barriere: interne all'Unione, per regolamentare il commercio di rifiuti di plastica fra le 27 nazioni, ed esterne per evitare l'esportazione verso nazioni non OCSE di lotti di rifiuti plastici misti, pericolosi, difficili da valorizzare: l'obiettivo è produrre polimeri secondari ad alto grado di purezza. Investire dunque in tecnologie ed impianti automatici intelligenti, secondo TOMRA, non è più una scelta ma una strada a senso unico.