COM.PACK.news

La rivista online sull'eco-packaging |Abbònati al bimestrale

Redazione

Condividi l'articolo su:

Materiali

Cassoli Group / Automazione e tissue: cambia la domanda

Si produce di meno e si punta all’efficienza di linea: modifiche di linee esistenti ma anche tanti nuovi progetti, compresa l’area del fine linea

Redazione

Condividi l'articolo su:

CPS Company innovation in tissue market

Col vento in poppa per due anni grazie alla domanda di igiene scatenata dalla pandemia, il settore tissue risente adesso dei contraccolpi della crisi energetica, delle materie prime cellulosiche e in modo indiretto anche della sempre più rara componentistica elettronica per produrre linee automatiche e ricambi. Enrico Rubbini direttore commerciale di CPS Company di Cassoli Group, racconta ed interpreta lo scenario attuale.

CPS company tissue
Quali sono le caratteristiche sfidanti del mercato del tissue per la vostra realtà e quali quelle specifiche a livello di nazioni o regioni del mondo?
Risentiamo indirettamente dei fattori di crisi che colpiscono i nostri clienti, soggetti agli aumenti della cellulosa, dei costi di trasporto e di quelli energetici. Gli effetti sono stati quelli di una riduzione delle produzioni, di chiusure di linee produttive e di scelta di abbassare la qualità per tenere il mercato. Il settore ha margini talmente compressi che è molto difficile riversare al consumatore gli aumenti.
Il contraccolpo sui partner tecnologici riguarda il miglioramento dell’efficienza di linea, la riduzione dei costi di manutenzione, il tempo di risposta rapida a modifiche delle linee. Non ci sono differenze macroscopiche fra nazioni e regioni del mondo, in questo senso la crisi è globale e democratica. L’unica differenza riguarda l’Europa, l’area che risente di più della crisi dei prodotti energetici. La rarità della componentistica elettronica che mette in difficoltà noi per la costruzione di nuove linee ma anche i nostri clienti per i ricambi.

componentistica elettronica mercato
Il comparto tissue è caratterizzato da imprese medie e grandi, con più stabilimenti e capacità di stock e di magazzino: eppure non è stato possibile ammortizzare gli aumenti?
Sì, ma fino ad una certa soglia: nessuno immaginava un anno fa che la carenza di materie prime, il rimbalzo dei costi energetici e la carenza di componentistica si prolungassero oltre giugno 2022. Per noi l’ultimo elemento si fa più drammatico perché determina in modo diretto la nostra capacità di evadere un ordine.

mercati conflitto russia ucraina cps company
Come ha cambiato gli scenari il conflitto russo-ucraino?
Come CPS Company, due ordini sono stati prima sospesi e poi cancellati; l’impatto per noi rientra nella media dei costruttori di macchine, per i quali quello russo mediamente non è un mercato strategico. Invece, fra i nostri clienti c’è chi prospetta la chiusura degli impianti in Russia e chi l’ha già fatto. Insomma, è un mercato che si sta allontanando.

CPS Copmpany componentistica
Qual è il cambio di strategia di CPS Company come risposta ai cambiamenti congiunturali e strutturali?
Sganciarci dalla logica della produzione a commessa, che per un’azienda medio-piccola è un’operazione impegnativa e sfidante: programmare lanci di 10-20 macchine senza averle vendute comporta nuovi impegni finanziari e logistici; con questa strategia superiamo i blocchi della reperibilità dei materiali. La nostra personale ricetta è quella di non lanciare macchine complete ma di limitarci a realizzare parti comuni a modelli diversi di macchine e che richiedono componentistica comune. Questo permette di comprare la componentistica in anticipo, di risolvere il problema della disponibilità, di assemblarla prima di avere un ordine definitivo da parte del cliente. Ma non ci impegnamo a completare singole macchine senza prima avere l’ordine. In questo modo, manteniamo il nostro punto di forza, la capacità di personalizzare e modificare i modelli di base, ma assorbiamo i ritardi causati dalla mancanza delle parti meccaniche, elettriche ed elettroniche.

Quindi, è più una difficoltà logistica la vostra?
Soprattutto ma non solo: è anche tecnica, perché con questa strategia, la tecnologia deve essere più interconnessa e intercambiabile. Per esemplificare, un coltello di taglio va riprogettato, va ridisegnato perché possa svolgere la sua funzione su macchine molto diverse fra loro, anziché farlo solo e soltanto in funzione di un certo tipo di macchina.

CPS Company saving imballo secondario
Gli aumenti delle materie prime cambieranno le caratteristiche dei prodotti tissue? Che cosa chiedono di diverso i produttori alle vostre macchine?
No, non credo che si pensi ad una generazione di prodotti tissue di pari prestazione ma fatti con meno cellulosa, quanto piuttosto a ridurre i costi di produzione: si produce meno ma in maniera più efficiente per non perdere margini. Alla domanda di maggiore efficienza si risponde in due modi: cambiando macchine datate, per chi può permetterselo; oppure chiedendo al costruttore (noi) modifiche a macchine relativamente nuove perché siano in grado di creare nuovi prodotti. Per esempio, ci viene chiesto che un’insaccatrice faccia un imballo di trasporto capace di essere anche un imballo di vendita, che fa risparmiare quindi una seconda operazione di confezionamento: si elimina un passaggio produttivo e si ha un prodotto già pronto per il cliente finale: è un recupero di produttività.

CPS Company ecofriendly materials
Quali altre tendenze registrate nel settore?
Rimane alto l’interesse per nuovi materiali d’imballo: da una parte chi cerca nuove strutture eco-compatibili (polimeri biodegradabili e cellulosici), ma dall’altra c’è chi desidera usare meno materiale per ottenere il medesimo involucro, oppure c’è chi sceglie di semplificare l’imballo e averne uno solo che faccia sia da primario sia da secondario.

In periodo di crisi, l’interesse per materiali eco-compatibili più costosi dovrebbe calare, invece…
Invece le aziende, o coraggiose o economicamente forti, approfittano della crisi per cercare di guadagnare quote di mercato sfruttando la sensibilità ambientalista. In generale, poiché produrre molto costa troppo, ecco che diverse aziende riducono i volumi e sperimentano materiali diversi, anche più costosi, ma compensati dalla riduzione dei volumi.

CPS Company automazione flessibile
Come si compone la domanda degli ultimi mesi?
La domanda di nuove linee è un po’ calata, ma è un fenomeno fisiologico: direi che si tratta più di rinvii, non di rinunce. Le imprese che investono chiedono di sostituire impianti poco performanti: non per aumentare la produzione ma per avere linee efficienti. Ed in questa direzione la recente acquisizione da parte del gruppo Cassoli dell’azienda bolognese Nema permette a CPS company di svilupparsi anche nel fine linea con macchine confezionatrici, incartonatrici, insaccatrici e pallettizzatori.