Gli sviluppi del mercato internazionale, pur in contesto viziato da una complessa congiuntura economica, riconoscono il valore dell’innovazione brevettata ormai vent’anni fa da Cassoli Group e ancora oggetto di ricerca per migliorarne la fruibilità. In Italia, invece, il sistema TopSyl di copertura delle lattine ancora fatica a trovare spazio. Ne spiega le ragioni Jacopo Cassoli, direttore generale di Ecocap’s, all’indomani della fiera Drinktec, durante la quale l’azienda del gruppo ha presentato un’ulteriore evoluzione del suo prodotto.
“Si tratta di una soluzione che permette di mantenere la copertura in alluminio solidale alla lattina, grazie a una saldatura più forte che rafforza il punto di ancoraggio del top al coperchio: aumenta così la resistenza e si evita che il consumatore possa strappare con facilità il TopSyl, gettandolo a terra”. La richiesta – spiega il direttore generale – è arrivata direttamente dai clienti, che richiedono la conformità alla norma ambientale per le chiusure con soluzioni cosiddette tethered.
Ecocap’s è ora impegnata nel perfezionamento di un’automazione che permetta di allineare la linguetta del top all’apertura della lattina. “Questo consentirebbe al consumatore di aprire solo parzialmente TopSyl, facilitando così l’utilizzo della lattina. Non è semplice: è qualcosa che nessuno ha fatto prima e soprattutto occorre superare alcune difficoltà tecniche”.
La principale difficoltà è l’orientamento della lattina, cioè ruotarla nella direzione corretta per poi applicare TopSyl. La grafica non può essere usata come riferimento, poiché a sua volta non è orientata con l’apertura. Inoltre, le macchine per l’applicazione di TopSyl lavorano a velocità estremamente elevate (fino a 1.250 lattine al minuto). “Sistemi di orientamento sono presenti oggi nell’ultima fase di confezionamento dei multipack – spiega Cassoli – e sono in grado di allineare le grafiche delle lattine così da disporle tutte nello stesso senso, ma lavorando su file multiple hanno velocità molto più basse. L’eventuale soluzione deve essere tra l’altro applicabile a macchine già esistenti, e soprattutto avere un costo accettabile, altrimenti il mercato la rifiuterebbe”.
Qual è stata intanto la risposta della fiera alla novità proposta? “Il numero dei contatti è stato sicuramente positivo, ma con poco follow up. Certo, il periodo storico non aiuta e sta facendo rivedere i budget alle aziende. Gli ordini ci sono, ma le installazioni sono rimandate alla fine del 2023, per macchine operative la stagione successiva”.
Il mercato di riferimento per Ecocap’s resta la zona mediorientale (Turchia, Israele, Arabia Saudita, Egitto). “I clienti consolidati – prosegue Cassoli – hanno richiesto un’ulteriore macchina da aggiungere alla linea, il che dimostra la bontà del prodotto. Il mercato saudita, avviato lo scorso anno con Coca-Cola, mostra numeri in crescita e richieste da aziende locali.”
E in Europa? “La situazione è diversa, soprattutto in Italia, dove permane un certo preconcetto difficile da scardinare. Soprattutto, la grande distribuzione ha ostacolato questa soluzione: dal momento che non è sostenuta da una richiesta dal basso, non è disposta a riconoscerne il costo nel prezzo di cessione”. Questo apre un tema molto più ampio, che riguarda il packaging in generale, e la disponibilità della grande distribuzione a riconoscere e sostenere il valore ambientale ed economico delle innovazioni, a prescindere dalla domanda del consumatore, facendosi dunque realmente promotrice di un percorso verso la sostenibilità e la sicurezza alimentare.
