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Mercati

Biogas / Una rinnovabile a portata di mano

Autonomia energetica, riduzione emissioni, aumento delle professioni green

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Sebigas biogas roma 8 marzo

Il governo ha di recente approvato il decreto per gli incentivi al biometano, misura sostenuta con 1,73 miliardi con i fondi del PNRR, per sostenere la produzione in Italia, e così ridurre le emissioni di CO2 e la dipendenza energetica italiana. Con la pubblicazione del decreto 13 gennaio 2023 n. 13, il Ministero dell'ambiente ha approvato le regole applicative del GSE che disciplinano la partecipazione al bando del decreto ministeriale del 15 settembre 2022. Con questi incentivi, il Ministero dell’Ambiente stima che si potrà raggiungere entro il 30 giugno 2026 una produzione aggiuntiva di biometano pari ad almeno 2,3 miliardi di m3, dieci volte maggiore rispetto all’attuale produzione.

In vista dell'evento Biogasitaly del Consorzio Italiano Biogas, (Roma 8 e 9 marzo), Roberto Salmaso, general manager di Sebigas, ha espresso un'importante posizione sulle potenzialità di questa misura e del mercato prossimo venturo che interessa anche la filiera del packaging, dagli impianti di compostaggio a risalire fino all'industria agroalimentare ed ai suoi processi di trasformazione e confezionamento. Sebigas è una società di ingegneria attiva dal 2008 e specializzata nella progettazione, fornitura e gestione di impianti di biogas e biometano in tutto il mondo.

Sebigas Biogas roma 8-9 marzo 2023
Qual è l’attuale produzione di gas nell'Unione Europea?
Oggigiorno, l’ammontare della produzione di gas naturale in Europa è meno de l 15% rispetto alla domanda: in particolar modo, a livello nazionale, la forte dipendenza dagli approvvigionamenti dall’estero ha provocato un evidente incremento del costo dell’energia. La produzione di Biometano Made in Europe consentirebbe la riduzione dei costi energetici e di produzione ed una crescente indipendenza, con un volume esplicitato in sede comunitaria pari a 35 miliardi di m3 entro il 2030.

Quali sono gli scenari futuri?
Incrementare la produzione di biometano in Europa potrebbe a quei 35 miliardi di m3 se opportunamente sostenuta da un quadro legislativo e da una semplificazione dei processi autorizzativi. Questo quantitativo rappresenterebbe circa il 10% della domanda di gas totale in EU entro il 2030. Ma non solo: entro il 2050 potrebbe raggiungere il 30-50% e coprire oltre i 100 miliardi di m3.

Cosa significa questo decreto per il settore italiano?
E' un provvedimento chiave per sbloccare un settore rimasto per troppo tempo in ombra. Le regole applicative presentate dal GSE devono essere uno strumento per potenziare la crescita del mercato attraverso nuovi impianti e revamping di quelli esistenti. Anche se il biometano non può coprire il 100% delle forniture di gas attualmente importate, costituirà certamente un tassello fondamentale per il raggiungimento dell’indipendenza energetica da fonti fossili. Anche il recente percorso per l’incentivazione delle comunità energetiche sarà determinante in ottica di decentramento e produzione diffusa ad uso locale. Basti pensare che gli impianti agricoli esistenti potrebbero garantire un incremento di produzione di 600 milioni di m3 nel mix energetico, corrispondenti a circa il 15% dell’attuale produzione.

E per imprese e famiglie italiane?
L’immediata applicazione delle misure previste dal PNRR potrebbe garantire la produzione di oltre 4 miliardi di m3 al 2026, pari a circa il 30% dell’obiettivo nazionale di sostituzione delle forniture di gas naturale importato dalla Russia.

Quali sono i vantaggi del biogas?
L'incremento produttivo porterà come già spiegato alla differenziazione nell’approvvigionamento energetico e ad una progressiva indipendenza. Oltre a questi, vi sono benefici economici: ricorrendo al biometano, le aziende possono creare un’economia circolare sfruttando in maniera intelligente i loro scarti. Un’azienda agricola, per esempio, può valorizzare il refluo da stalla producendo un fertilizzante organico di qualità, integrando il reddito della società mediante la vendita dell’energia elettrica e/o utilizzandola per autoalimentarsi. Di rilevanza, è la misura stanziata dal decreto legge 21 marzo 2022 n. 21 che determina la possibilità di sostituire i fertilizzanti di origine chimica con il digestato equiparato derivante dagli impianti di biogas.

Vi sono vantaggi ambientali? Quali?
Il biometano riduce drasticamente le emissioni di CO2, abbatte i rifiuti e crea una filiera di fertilizzanti e ammendanti.
Sotto il profilo della CO2, le emissioni di un veicolo a biometano sono il 97% in meno di quelle di un veicolo alimentato a benzina. Pensando al solo comparto agroalimentare c'è un duplice effetto, in prospettiva: da un lato il settore riduce le proprie emissioni di 12,4 milioni di tonnellate di CO2 al 2030 (-32%) e dall’altro, non ricorrendo a fonti energetiche fossili, evita ulteriori 19 milioni di emissioni di CO2. Una riduzione complessiva di oltre 31 milioni di tonnellate, equivalente a quelle generate da 18,5 milioni di autovetture, vale a dire la metà del parco auto nazionale.

Quali ricadute sul piano occupazionale?
Lo sviluppo della produzione di biogas in Italia ha generato 12mila nuovi posti di lavoro ed entro il 2030 potrebbe crearne altri 25mila. Il settore a livello globale impiega 334.000 addetti ad oggi. I Green Jobs saranno le figure più richieste in Italia nei prossimi anni, a supporto dello sviluppo della Green Economy e della crescita del settore delle energie rinnovabili. Sono professioni sempre più centrali nel mercato del lavoro.