Compie 30 anni a maggio di quest’anno Coca-Cola Bottling Shqiperia (CCBS), realtà industriale e commerciale creata nel 1994 dalla famiglia Busi proprietaria di Sibeg di Catania, parte del gruppo ACIES, licenziataria di The Coca-Cola Company.
CCBS fa parte delle prime 50 aziende albanesi per migliore redditività e rappresenta uno dei fattori di rinascita e sviluppo del tessuto economico locale grazie a idee e investimenti di un’impresa italiana che ha saputo intravvedere tre decenni fa il potenziale di crescita di una parte della regione balcanica e condividerne il progetto con The Coca-Cola Company.
L’azienda albanese è impegnata nel programma World Without Waste, uno dei più importanti programmi mondiali di prevenzione e riduzione degli impatti legati al packaging attraverso 3 strumenti:
- progettare per il riuso e il riciclo,
- impegnarsi localmente per favorire riuso e riciclo,
- collaborare con istituzioni impegnate in progetti globali capaci di creare sistemi di prevenzione e gestione dei rifiuti da imballaggio.
La storia passata e recente dell’Albania non ha reso né semplice né immediato realizzare un progetto imprenditoriale ispirato agli standard economici, ambientali e sociali di una delle società alimentari più importanti del mondo; quindi, i risultati contenuti nella prima edizione del Bilancio di Sostenibilità 2022 (rilasciato a fine 2023) hanno un valore ‘relativo’ superiore a quello di un medio Paese cosiddetto occidentale.
La redazione di COM.PACK ha incontrato nella sede di Tirana il General Manager Fabio Colliva e l’Environment Manager Zybjana Imeraj. Siamo partiti dalla componente sociale della sostenibilità, e in particolare dalla presenza femminile in azienda, non per cercare un dato medio ma per capire quale modello positivo CCBS, in quanto azienda-faro, è in grado di diffondere nel tessuto economico albanese.
L’OCCUPAZIONE FEMMINILE
Dal Sustainability Report, curato da Deloitte Albania per Coca-Cola Bottling Shqiperia sh.p.k e certificato da Ernst & Young, emerge che dei 368 impiegati le donne erano 89; rispetto al 2022 il personale è aumentato di 16 unità delle quali 13 uomini e 3 donne. Le assunzioni riguardano sia la crescita numerica reale sia la sostituzione di chi va in pensione: 98 assunzioni di cui 17 donne. In generale, il 24% del personale che lavora in CCBS è donna, una quota che aumenta nelle funzioni di quadri e dirigenti: infatti, la forza di vendita, che in Albania è consistente per la struttura distributiva fortemente frammentata, è costituita solo da uomini.
Zybjana Imeraj, 33 anni, ingegnere ambientale di formazione, è da quattro anni Environment Manager & Quality Assurance di CCBS, ci trasmette alcune valutazioni personali delle professioni al femminile in Albania.
Nel corso degli ultimi anni, molti giovani, comprese le ragazze, hanno capito che, rispetto alla generazione precedente, l’unica strada per conseguire il benessere economico era quella di intraprendere un corso di studi superiore o universitario. “Sono più le donne a fare questa scelta – racconta Zybjana – e concludono più rapidamente l’iter formativo rispetto agli uomini. Nei due percorsi scolastici superiori, quello a prevalenti materie scientifiche viene scelto sempre più spesso dalle ragazze, che in molte classi sono la maggioranza degli studenti.”
Mentre fino ad alcuni anni fa le professioni più ambite erano nei campi della medicina, ingegneria, economia e giurisprudenza, oggi i percorsi formativi più richiesti offrono una laurea breve universitaria in materie informatiche, elettronica e tecnologie per dispositivi digitali.
PROGETTARE LA SOSTENIBILITA’
Il percorso lavorativo di Zybjana contribuisce a capire meglio il Paese balcanico e soprattutto a riconoscere il contributo di CCBS allo sviluppo economico, sociale e ambientale locale. Dopo aver studiato ingegneria ambientale, Zybjana è stata dapprima Specialista Ambientale, poi è entrata nello staff di uno studio specializzato in valutazioni d’impatto ambientale e relative certificazioni nel settore delle costruzioni e dell’impiantistica industriale; dopo tre anni ha lavorato per gli aspetti ambientali presso un’impresa responsabile della progettazione di una strada in Kosovo.
“In questi primi sei anni di attività – racconta l’ingegner Imerai – ho potuto constatare che la valutazione ambientale e il rilascio delle autorizzazioni di legge fanno immediatamente capire, fin dalla prima raccolta delle informazioni, se si ha di fronte un’azienda strutturata, che ha progetti di sviluppo importanti ed è orientata al rispetto dell’ambiente e delle persone.”
È il caso di CCBS, che Zybjana incontra quattro anni fa: le viene affidata la gestione dell’Environment Management System all’interno del Sistema Integrato di Valutazione che comprende, oltre all’Environment, anche Health & Safety, Quality Control, Quality Assurance. Nell’ambito della sua funzione, le è richiesto di proporre correttivi e integrazioni nei settori dei consumi energetici, gestione del ciclo idrico, raccolta differenziata ma soprattutto prevenzione e riduzione di consumi e rifiuti per litro di bevanda prodotta. Fra gli incarichi, anche quello di essere parte di un gruppo di lavoro per redigere e pubblicare il primo Bilancio di Sostenibilità, uno strumento raro fra quelli utilizzati dalle imprese locali.
“Per l’Albania – spiega Imerai – il Bilancio di Sostenibilità di CCBS è un esempio della cultura del miglioramento continuo: infatti, fornisce risposte concrete e misurabili alle domande ‘ dove siamo’ e ‘in quale direzione vogliamo andare’ rispetto alle 3 componenti del percorso verso la sostenibilità: economia, ambiente e diritti sociali.”
ENERGIA E RIFIUTI
CCBS è stata fra le prime aziende albanesi ad aver creato una flotta di autovetture elettriche per i propri collaboratori commerciali: nel 2022, il 40% dei veicoli era di questo tipo, nel 2023 è salito al 54% ma l’obiettivo del 100% dipende anche dallo sviluppo di una rete pubblica di colonnine di ricarica, presente oggi soltanto a Durazzo.
Nel 2021, CCBS 2021 ha installato pannelli fotovoltaici per la copertura del parcheggio interno, e nel 2022 su tutto l’edificio dello stabilimento. Oggi, il 65% del fabbisogno energetico deriva da energia rinnovabile idroelettrica e fotovoltaica, un caso raro in Albania ma che indica il percorso futuro per tutte le aziende di un Paese che mediamente produce con impianti idroelettrici perlopiù statali l’80% del proprio fabbisogno energetico. “In Albania non ci sono Certificati Verdi per l’energia che ne attesti l’origine rinnovabile – sottolinea il General Manager di CCBS – A seconda degli anni, una quota variabile ma oggi non tracciabile, viene importata da altri Paesi; quindi, anche quel 35% di consumi elettrici di CCBS ad oggi non è certificabile come proveniente da risorse rinnovabili.”
I recenti investimenti in nuove linee tengono conto anche degli obiettivi di riduzione dei consumi energetici e di acque di processo e di lavaggio.
“A parità di consumi elettrici ed idrici, produciamo un maggior numero di contenitori – spiega l’ingegner Imeraj – Le nuove linee saranno più efficienti dal punto di vista energetico e del consumo d'acqua.”
La gestione della risorsa idrica è uno degli aspetti che CCBS cura in modo particolare: in Albania è raro trovare aziende che effettuino il trattamento a norma delle acque reflue prima dello scarico in ambiente; si tratta di una qualità idonea all’irrigazione, oppure per impianti di lavaggio auto o altre applicazioni. CCBS è dotata di un impianto di depurazione in grado di trattare oltre 700 m3 al giorno, oggi utilizzato per metà della sua capacità.
Il 72% (era il 66% del 2022) dei rifiuti prodotti nello stabilimento di Tirana viene conferito ad impianti in grado di ottenere nuove materie prime secondarie, il resto non ha sbocchi di riciclo sul mercato albanese: quindi, viene avviato in discarica.
È in fase di elaborazione la Road Map per diventare entro il 2030 Carbon Neutral in tutte le attività, anche industriali; per ogni singola macchina di processo e di packaging si valuta il fabbisogno energetico, l’efficienza, la produzione di scarti o rifiuti, la quantità di materiali di consumo e di manutenzione. Analogamente, si valutano anche la Building Efficiency, la logistica interna con carrelli elevatori, il grado di utilizzo del layout dell’area industriale, gli impianti di refrigerazione (a livello di consumi energetici ma anche di impatto dei gas refrigeranti) e di produzione di CO2, e naturalmente gli imballaggi.
PACKAGING
La maggior parte di soft drink prodotti è in poliestere; a febbraio 2024 la linea PET ha prodotto più bottiglie in PET per compensare sia il fermo della vecchia linea di imbottigliamento in vetro a rendere, sia la sostituzione di tutta la linea per lattine con una nuova da 36mila pezzi l’ora entrata in funzione a marzo; entro il mese di ottobre verrà installata la nuova linea di vetro riutilizzabile (RGB-Returnable Glass Bottle), che sarà finalizzato all'inizio del 2025: quindi, già a partire dal 2025 tutte e tre le tipologie di materiali d’imballaggio verranno gestite con impianti di nuova generazione.
Per quanto riguarda i materiali d’imballaggio, già oggi, le preforme per i formati da 0,4 litri e 0,9 litri vengono prodotte al 100% con R-PET, ma il ricorso a materiali riciclati è previsto in aumento anche sugli altri formati in plastica, per arrivare al 100% dei formati e al 100% di R-PET. I minori impatti ottenuti grazie all’uso di R-PET e al riuso del vetro. Vengono studiati sia l’alleggerimento dei contenitori in PET, per esempio, per la bottiglia del formato da 0,45 litri, nel 2021 venivano usati 22 grammi di PET, nel 2022 solo 20 grammi: la strategia di prevenzione dei rifiuti tramite ‘alleggerimento’ è graduale su tutti i formati.
Leggi qui l'intervista al General Manager di CCBS Fabio Colliva