Gli imballaggi in alluminio, sia flessibili sia rigidi, si caratterizzano per un’elevata facilità di raccolta/riciclo e per una domanda di alluminio secondario sempre sostenuta. Quindi, dal punto di vista sia ambientale sia economico, sono semplici da conferire, da intercettare nelle raccolte differenziate e in seguito da valorizzare: per questi motivi, nei circa 8mila Comuni italiani sono accettati e gestiti ovunque, nei sistemi di raccolta stradale, in quello domiciliare e nel sistema misto fra i due. All’interno dei 3 sistemi descritti, vengono previsti nella raccolta multileggera (alluminio, acciaio, plastica), in quella vetro+metalli e in quella ancor più estesa: alluminio, acciaio, plastica e vetro.
La leggerezza e resistenza, a parità di volume contenuto, rispetto ad altri materiali rende l’alluminio da imballaggio ‘prezioso anche se piccolo’ in fatto di dimensioni e di peso. E poiché il maggior onere nelle raccolte differenziate è il trasporto, la riduzione volumetrica per compressione è auspicabile e richiesta alle famiglie come agli operatori del commercio e della ristorazione; è quindi raccomandato, come rammenta CIAL-Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio, compattarli od anche sfruttare lo spazio interno di uno per accoglierne altri più piccoli. L’unica avvertenza è svuotare l’imballaggio del suo contenuto: per il resto, i sistemi di selezione automatica riescono a valorizzare anche manufatti di piccole dimensioni, come un tappo a vite per l’acqua in bottiglia.
Le lattine sono il packaging in alluminio per eccellenza, in realtà è da oltre 80 anni che sono diffuse forme e formati fra i più diversi: tubetti, vaschette termosaldate, vaschette da asporto, tappi, scatole ad apertura facilitata per conserve delle linee verde, rossa e gialla (verdure e legumi, derivati del pomodoro, frutta sciroppata), ittiche e di carne bovina e suina, capsule per caffè espresso domestico (svuotarle prima si può fare anche con una mano sola).
Queste pratiche contribuiscono, oltre alle attività tecniche e logistiche coordinate dal Consorzio CIAL, ai risultati ottenuti in oltre 25 anni di gestione dell’alluminio da imballaggio: nel corso del 2023, si è arrivati al traguardo del riciclo del 70,3% dell’immesso al consumo (ovvero 59.300 tonnellate); con il recupero energetico, il totale di quelli complessivamente recuperati si assesta a quota 74,1%.
Con una media del 70% il tasso di riciclo degli imballaggi in alluminio in Italia supera, dunque abbondantemente e ormai da alcuni anni, gli obiettivi UE al 2025 (50%) e al 2030 (60%).
