Inizierà a gennaio 2025 la consegna dei primi sistemi Cultevo per la coltivazione idroponica di insalate, aromi per la cucina ma anche fiori, e destinati a ristoranti, comunità, scuole ed eventualmente privati appassionati del cibo a Chilometro Zero.
Proposto da Cultifutura, il sistema CultEvo è stato progettato quattro anni fa da due giovani (Polonia e Caraibi) e da un cittadino svizzero che hanno scelto Milano come sede della nuova società in quanto città commerciale, luogo internazionale, arena di discussione e sperimentazione di soluzioni per la sostenibilità.
CultEvo è visivamente un 'terrario' intelligente, molto d'effetto al ristorante come a casa perché seduttivo come lo è una bacheca viva per piante, piccoli animali e pesci. Un sistema di luci particolari, il controllo della temperatura e dell'ossigeno (e soprattutto le vaschette riutilizzabili in PS (inseriti in astuccio in cartoncino riciclabile) contenenti terriccio vegetale derivato da sottoprodotti del cocco) facilitano lo sviluppo di sementi (in buste cellulosche riciclabili) in grado di dare piante nutrizionalmente ed esteticamente appetibili.
Tempi differenti di crescita a seconda del tipo di pianta, ma effetto estetico e nutrizionale garantito. Packaging riusabile e riciclabile, quantitativo minimo di minerali fertilizzanti, assenza di ammendanti e nessuna necessità di antiparassitari, zero carburanti per refrigerare e trasportare insalate, erbe aromatiche o fiori. Adatto a una cultura diversa del fatto alimentare, il sistema CultEvo è pensato per la vita urbana, quella vita cambiata 'dalle radici' (è proprio il caso di dirlo) rispetto a meno di 100 anni fa, quando ancora ci si nutriva di prodotti degli orti urbani nelle periferie.
A Milano, Via Canonica si chiamava infatti 'borgo degli ortolani' perché là si concentravano coloro che producevano per sè, per il quartiere e per la città, integrando i contadini delle cascine fuori Milano. A Porta Romana esiste ancora via degli Orti, a testimonianza di un passato 'di servizio' per la città. Questa la produzione, ma il commercio avveniva al Broletto, ricordato da una via centralissima con lo stesso nome, a lato della Piazza dei Mercanti: brolo significa orto, e per secoli frutta e verdura erano la base dell'alimentazione in quanto carni, pesce e formaggi erano molto più rari e costosi.
L'evoluzione urbanistica ha decentrato questo mercato coperto ma sempre lungo lo stesso asse, in direzione est-sud est: dapprima dietro il Duomo, nell'area che conserva il nome di questo mercato: via Verziere. Poi, lungo l'asse viario medesimo di porta Vittoria, in largo Marinai d'Italia, dove esisteva l'antico Ortomercato di Milano con tanto di scalo ferroviario Vittoria e relativa stazione di pompaggio e distribuzione dell'acqua: l'edificio c'è ancora, insieme alla palazzina Liberty, dove i commercianti di frutta e verdura si ristoravano e contrattavano. Infine, sempre sullo stesso asse viario e vicino alla ferrovia, il grande Ortomercato SOGEMI, ancora esistente ed operativo insieme al mercato all'ingrosso del pesce e dei fiori.
In fondo, l'idea dei tre giovani imprenditori è tanto nuova quanto antica: offrire l'autonomia alimentare del 'fogliame' senza fargli fare lunghi viaggi, come è sempre stato: perché innovare è fare le stesse cose di ieri, ma in modo diverso; per questo è necessario conoscere il passato, per progettare il futuro; il passato è come un seme, una capsula, che conserva e contiene il futuro.