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CSS -Combustibile Solido Secondario

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Introdotto con il Decreto Ministeriale 22 del 2013, può essere definito un’evoluzione del CDR (il combustibile da rifiuti), più qualitativo e più controllato. Grazie infatti a specifiche di composizione stringenti, a processi di preparazione minuziosamente regolati, a tipologie di impianti di utilizzo esclusive e predefinite (centrali termoelettriche di potenza superiore a 50 MW e cementerie con più di 500 tonnellate/giorno di capacità di produzione di clinker, quindi solo impianti con Autorizzazione Integrata Ambientale e certificati ISO14001 e/o EMAS), il CSS-Combustibile è considerato non più rifiuto (End of Waste), bensì un combustibile sostitutivo di quelli fossili più costosi ed inquinanti (Petcoke, carbone, olio combustibile). Si tratta di un’innovazione che comincia ora a divenire operativa e che dovrebbe allinearci ai paesi dell’Europa centro-settentrionale, dove a una forte capacità di riciclo corrisponde un vero mercato del combustibile da rifiuti.

Il CSS-Combustibile favorisce quindi la raccolta differenziata di qualità assicurando il recupero anche di quelle frazioni che di fatto non trovano sbocchi sul mercato delle materie seconde: integra quindi il riciclo e non è certo né un suo concorrente né tantomeno un suo sostituto, nel pieno rispetto della gerarchia comunitaria delle forme di gestione dei rifiuti.

In Italia opera il Consorzio EcocarbonConsorzio Ecocarbon, che riunisce i produttori del rifiuto, le imprese che lo trasformano in CSS e quelle che lo utilizzano. Ecocarbon rilascia il marchio di qualità sul CSS prodotto, verificandone la conformità in base a un Disciplinare di prodotto e di processo certificato, e interagisce con le istituzioni e le popolazioni locali per garantire informazione e trasparenza.