Bancale o pedana riutilizzabile, ad assi longitudinali, traverse, spazi di inforcamento e distanziatori da terra di struttura e dimensione simile al pallet in legno; è realizzato per stampaggio a estrusione generalmente con materiali polimerici solo vergini, solo di riciclo o misti (PP e HDPE); lo stampaggio permette di produrlo con forme, formati e accessori speciali.
Portata statica e dinamica possono essere pari o inferiori al corrispondente bancale in legno, ma per ottenerle la sua architettura risulta più complessa e ricca di cavità, angoli e sottosquadri che favoriscono l'accumulo di sporcizia. E' lavabile e sanificabile ma l'umidità residua permane più a lungo rispetto alla superficie in legno.
Il materiale plastico lo rende scivoloso rispetto al bancale in legno, quindi è necessario dotarlo di elementi a rilievo capaci di generare attrito.
Il pallet in plastica non presenta tolleranze dimensionali o di peso rispetto al pallet in legno (igroscopicità), ed è quindi performante nei magazzini automatici.
Non è attraente per funghi, insetti e parassiti e comunica quindi facilmente agli ispettori doganali la sua conformità alle normative sulla quarantena delle merci. Può essere monopezzo o assemblato con più parti, tecnica che ne consente la riparabilità. Per molti modelli è impilabile, come il pallet in legno truciolare pressato, e permette di risparmiare spazio.
In situazioni di portata statica, in presenza di carichi elevati tende a imbarcarsi e richiede rinforzi dei punti di appoggio sulla scaffalatura.
Risulta più leggero del bancale di legno a parità di prestazioni, ma più costoso, anche se la crescente disponibilità di polimeri da riciclo misti a costi bassi permette ai produttori di abbassare i costi di produzione e a metterlo in competizione con il pallet in legno, non solo nelle esportazioni ma anche nei mercati continentali.