COM.PACK.news

La rivista online sull'eco-packaging |Abbònati al bimestrale

Redazione

Condividi l'articolo su:

Materiali

Riciclo / Arredi forestali in plastica riciclata

Quale uso in cascata per i polimeri secondari? Gli obblighi per gli enti pubblici

Redazione

Condividi l'articolo su:

Corepla_P_&_G, Federparchi, Parco Agricolo Sud Milano, Carrefour

Lo scorso 15 dicembre al Parco Agricolo Sud Milano è stata inaugurata la prima area picnic in plastica riciclata, di produzione italiana, donata da P&G Italia, con Corepla e Carrefour, quale fase del progetto “Riciclare la plastica è un gioco da bambini” che coinvolge 11 parchi regionali e nazionali. (immagini disponibili sul sito Corepla).

L'iniziativa ripropone un tema poco affrontato nel corso degli ultimi 25 anni, dai tempi del recepimento e applicazione della direttiva Pakaging Waste e della creazione del consorzio volontario Conai e successivamente degli altri consorzi volontari: l'uso in cascata delle materie, sia prime sia seconde.

La perplessità di questo progetto riguarda innanzitutto il contesto ambientale: i polimeri, come il legno con cui si sarebbero potuti realizzare gli arredi, sono soggetti a sollecitazioni meccaniche, termiche e chimiche che, a causa della destinazione d'uso e della collocazione all'aria aperta, portano alla degradazione, ma a differenza del legno rilasciano microplastiche.
Inoltre, in presenza di umidità il legno tende ad assorbirla e non crea, come avviene sulle superfici polimeriche, quel sottile sostrato di umidità che costituisce terreno fertile alla proliferazione batterica.

Corepla_P_&_G, Federparchi, Parco Agricolo Sud Milano, Carrefour 2
Queste due considerazioni portano ad escludere sicuramente gli arredi per esterni in plastica riciclata come prima scelta e a suggerire il legno per le opposte ragioni ed anche per altre: gli arredi polimerici richiedono maggiore energia per lo stampaggio, superiore a quella della fabbricazione e assemblaggio di analoghi in legno. Il vantaggio del minor costo di manutenzione di quelli polimerici non è compensato dalla degradazione e dispersione delle microplastiche, e dal destino a fine vita che non prevede la ri-produzione di altri arredi, se non sul piano puramente teorico.

L'uso in cascata dei materiali polimerici da riciclo dovrebbe prevedere al primo posto il riutilizzo per la stessa funzione (contenitori ri-riempibili anche tramite cauzionamento, e imballaggi riusabili tal quali e-o riparabili); poi, la produzione di contenitori simili per funzione d'uso; al terzo posto la produzione di manufatti diversi (non imballaggi) purché riusabili o riparabili; poi, al quarto posto, manufatti diversi e facilmente riciclabili; al quinto ed ultimo posto, la termovalorizzazione.

Questo approccio dovrebbe essere considerato soprattutto da parte di chi ha la responsabilità di aree di proprietà pubblica, o sottoposte ad enti pubblici, perché vincolate dai CAM; nel caso di aree forestali sia rurali sia urbane, gli enti pubblici devono privilegiare materie prime rinnovabili, per legge, per scienza e per coerenza: il criterio del minor costo non ha ragione di esistere in quanto al delta di costo non corrispondono benefici, in termini di valore, di medio-lungo termine.