Il piccolo riquadro in bianco e nero vettore di dati e informazioni viene adottato sempre di più quasi ovunque: prodotti alimentari, bevande analcoliche, pubblicità, biglietti aerei: e di recente per facilitare la verifica di possesso del Green Pass. A seguito della diffusione del Coronavirus, i QR-codes sono diventati strumenti d’uso comune grazie alla loro duttilità. L’utilizzo si è ampliato sia nel retail sia nella ristorazione, ad esempio con i menu digitali. Tuttavia, la sua applicazione più estesa è legata alle vaccinazioni, attraverso l'istituzione del Green Pass o Certificato COVID-19 verde, che è diventato obbligatorio per accedere ai luoghi pubblici e spostarsi più facilmente in Europa.
Analizzando un rapporto Statista, condotto nel 2019 sull'utilizzo dei QR-codes, emergeva già un aumento significativo: l'Italia era la terza nazione in tutta Europa che ne faceva il maggior uso e ora l'82% della popolazione sa come utilizzarli. A differenza di quanto si potrebbe pensare, non sono i giovani a ricorrervi maggiormente, ma la fascia d'età dai 35 ai 44 anni (27%), quindi quelli che si occupano di più di acquisti familiari e personali. Questa tendenza è confermata anche da altre parti del mondo, per esempio dalla piattaforma di sicurezza mobile-centrica MobileIron: attraverso una ricerca condotta su 2.100 professionisti negli Stati Uniti e nel Regno Unito, emerge che quasi la metà (47%) ha confermato un aumento dell'uso dei QR-codes. Sinonimo di praticità, attraverso il loro uso contactless, e sostenibilità, con il loro aiuto nel ridurre l'uso della carta stampata, possono essere un prezioso alleato a lungo termine.
Potenzialità
Innumerevoli sono le soluzioni che potrebbero essere adottate per facilitare la vita, aumentare la curiosità e risparmiare tempo. Basti opensare al customer journey in un supermercato e a come i QR-codes potrebbero essere d’aiuto nello scannerizzare i prodotti, eliminare le file in cassa e semplificare gli acquisti; si potrebbe persino generarne uno ogniqualvolta si inizia la spesa, tenendo traccia dei singoli prodotti per poi pagare tutto tramite l’app dell'insegna del distributore, eliminando tempi di attesa e file. Oppure pensare di arricchire i packaging dei prodotti creando “etichette nutrizionali estendibili”: il QR-code può completare le informazioni obbligatorie nutrizionali con dettagli utili ai consumatori più attenti alla filiera del prodotto piuttosto che all’impatto che lo stesso ha sull’ambiente.
Si può immaginare di fidelizzare il cliente attraverso i QR-codes proponendo sconti o servizi dedicati a chi acquista, scannerizza e acconsente al rilascio dei propri dati a fini promozionali. E infine, si potrebbero rendere 'parlanti' le etichette poste all’interno degli indumenti: il QR-code impresso all’interno fornirebbe informazioni quali composizione, provenienza e lavaggio. Insomma, bisognerebbe dare solo spazio alla fantasia.
La storia del QR-code
La necessità di avere sempre più informazioni, combinata con la necessità di risparmiare spazio e tempo, ha dato origine al codice di risposta rapida, meglio noto come Quick Response Code, ovvero QR-code. In sintesi, è possibile descriverlo come l'unione del mondo fisico con quello virtuale.
La sua storia inizia quasi 50 anni fa, nel 1974, con il suo antenato codice a barre. Quest'ultimo fu messo a punto per un'esigenza molto specifica, dettata da un problema sociale: in Giappone, gli addetti alle casse della grande distribuzione erano costretti ad inserire manualmente il prezzo nel registratore di cassa, ed in molti soffrivano di intorpidimento al polso e sindrome del tunnel carpale.
L'invenzione del codice a barre nasce per superare quel problema, ma presto emergono i suoi limiti. I codici a barre decodificano le informazioni solo in una direzione e fino a un massimo di 20 caratteri alfanumerici, mentre il QR-Code è un codice bidimensionale-2D, in cui le informazioni sono codificate in due direzioni, trasversale e longitudinale, fino a circa 7.000 caratteri diversi. Il vero debutto del QR-code, tuttavia, ha luogo nel 1994 con la società giapponese Denso Wave, che inizia ad usarlo negli stabilimenti Toyota per tracciare parti di auto. Il codice a barre viene quindi sostituito per la sua incapacità di contenere più di un'informazione.
Ci sono stati due eventi che hanno reso il QR-code sempre più diffuso: la sua possibilità di essere utilizzato liberamente, diventando così un codice pubblico, e la diffusione dei telefoni cellulari con la possibilità di decodificarlo e leggere le informazioni in esso contenute. Nel 2014 è stato introdotto il Frame QR, che consente di sfruttare appieno il potenziale di un QR-code combinandolo con illustrazioni e foto.