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Norme

Farmaci / Inquinamento: il ruolo del packaging

La Commissione UE elabora strategie per contrastare la resistenza antimicrobica

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Inquinamento da farmaci

Negli ultimi trent'anni la quantità di farmaci venduti sul mercato europeo è aumentata rapidamente, sia in termini di volume delle vendite sia in relazione al numero di principi attivi farmaceutici in commercio (attualmente più di 3mila). Un numero destinato a crescere in futuro, visti i progressi della ricerca scientifica e l’aumento della prospettiva di vita, su cui si dovrà però calcolare il rapporto costo/beneficio in termini ambientali. Alcuni farmaci infatti, tra cui molti antimicrobici come antibiotici o antimicotici per uso umano e veterinario, sono stati rinvenuti nelle acque e nel suolo e potrebbero contribuire ad accelerare lo sviluppo, la presenza e la diffusione di batteri e funghi resistenti. Dopo la pubblicazione di alcuni studi della comunità scientifica circa gli effetti sulla fauna marina della presenza di principi attivi nell’acqua, la Commissione europea ha elaborato delle misure per contrastare la resistenza antimicrobica, chiedendo agli esperti del settore farmaceutico di approfondire quali possano essere i potenziali rischi per l’uomo e per gli animali.
L'Organizzazione mondiale della sanità ha riferito che diversi studi recenti considerano altamente improbabile che i farmaci presenti nell'acqua potabile possano rappresentare un rischio per la salute umana finché le concentrazioni rilevate restano basse. L’OMS tuttavia ha ribadito di non sottovalutare l’accumulo di residui farmaceutici nel tempo, richiamando una relazione precedente in cui erano menzionati i possibili effetti di un'esposizione a lungo termine per le popolazioni vulnerabili e sottolineando dunque la necessità di adottare un approccio precauzionale. La Commissione, oltre ad introdurre la valutazione del rischio ambientale resa obbligatoria a monte per tutte le domande di autorizzazione all'immissione in commercio di medicinali per uso umano e veterinario, si è occupata anche del tema dello smaltimento: da un lato ha sottolineato l’esigenza di trovare soluzioni tecnologiche più efficienti in relazione al trattamento delle acque reflue urbane; dall’altro ha ribadito l’importanza di educare i cittadini ad un corretto smaltimento dei farmaci inutilizzati o scaduti, facendo sì che la responsabilità estesa del produttore contribuisca a ridurre i casi di inadeguata gestione del rifiuto. Ed è proprio qui che il packaging può contribuire alla causa, diventando un vettore in grado di comunicare all’utente finale che un farmaco, gettato ad esempio nel lavandino, è dannoso per l’ambiente. Tra le misure prese in considerazione, però, la Commissione non ha escluso la possibilità di diminuire a monte la produzione di rifiuti, riducendo la dimensione delle confezioni dei farmaci: così facendo le cure possano essere dispensate in quantità che meglio corrispondono alle necessità, evitando un inutile spreco di prodotto.