L’esperienza accumulata con le maggiori industrie manifatturiere europee favorisce l’automazione e robotica italiana che scopre il grande potenziale di internazionalizzazione
I comparti della robotica e dell’automazione stanno attraversando un periodo di splendore e continua espansione, in parte dovuta al rallentamento imposto dalla pandemia e in parte al trend che vede queste tecnologie in prima linea per lo sviluppo sostenibile.
I robot infatti non si limitano all’applicazione nella meccanica tradizionale ma spaziano dall’agricoltura, dove vengono impiegati per localizzare ed estirpare gli infestanti, alle energie rinnovabili per la produzione di celle a combustibile, fino alla produzione di batterie.
L’associazione tedesca VDMA Robotics + Automation prevede che nel 2021 il settore della robotica e dell'automazione genererà in Germania un fatturato di 13,4 miliardi di euro (+11%) dopo che il fatturato era calato mediamente del 18% nel 2020 in seguito alla pandemia. E il futuro sembra essere ancora più roseo nel 2022, quando saranno completati i progetti avviati quest’anno.
In Italia, dove robotica e automazione trovano applicazione anche nel tessile e in cosmetica, le prospettive non sono da meno: secondo la recente analisi di mercato di HowToRobot.com, hub digital che collega utilizzatori e fornitori di robot, il settore è favorito dall’esperienza accumulata con le maggiori industrie manifatturiere europee. Inoltre la tecnologia ora è diventata più accessibile rispetto al passato e dunque implementabile anche dalle imprese italiane, notoriamente di piccole e medie dimensioni. In termini di installazioni annuali, l’Italia si classifica al 6° posto, preceduta in Europa solamente dalla Germania.
Dall’indagine emerge che nel 2020 in Italia operavano nel settore 691 imprese, di cui 59 distributori, 301 integratori, 332 produttori di soluzioni robotizzate e 31 fornitori di sotto componenti oltre a 35 consulenti. In termini di clientela potenziale i fornitori italiani si posizionano al terzo posto con circa 547 potenziali clienti ciascuno, preceduta da Slovacchia (866) e Polonia (571). All’ultimo posto della classifica troviamo la Danimarca con 42 potenziali clienti per ciascun fornitore. Da notare che il costo della manodopera in Slovacchia e Polonia è molto basso e quindi la forza lavoro è ancora preferita rispetto all’automazione. Tuttavia, poiché non tutte le imprese italiane investono in robot, il dato numerico si riduce a 55 clienti per fornitore. Nella geografia della fornitura spicca la Lombardia con 379 imprese, seguita da Emilia Romagna, Veneto e Piemonte (da 144 a 179 ciascuna).
Tra i settori applicativi, oltre alla cosmetica e al tessile, si distinguono anche trasporti e fashion ai quali vengono offerte soluzioni per la movimentazione, qualità, logistica, assemblaggio, saldatura, taglio, rimozione materiale…
Il potenziale di internazionalizzazione del settore, per HowToRobot.com, è alto e tra sei mesi uscirà un nuovo report.