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Luca Maria De Nardo

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Mercati / Materiali

Perché il Covid-19 sopravvive sui materiali?

Luca Maria De Nardo

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covid 19 e imballaggi

Un'infezione secondaria da Coronavirus potrebbe essere attivata dal contatto con una superficie contaminata dal droplet infetto, le goccioline prodotte da respiro, tosse e starnuti, sulla quale il virus rimane attivo per tempi abbastanza lunghi: a materiali differenti (acciaio, rame, vetro e polipropilene) corrispondono tempi di decadimento differenti.

Sulla questione affrontata mesi fa anche in altri studi, si sono cimentati due scienziati che hanno voluto capire le ragioni di questi fenomeni: hanno, quindi, condotto approfonditi esperimenti in merito nell'ambito dello studio "Probabilità di sopravvivenza del coronavirus in una gocciolina respiratoria depositata su una superficie solida" pubblicato sulla rivista indiana Phisic of Fluids.


R. Bhardwaj e A. Agrawal mostrano, grazie anche ad un modello computazionale dedicato al problema, come fa il virus ad avere un lungo tempo di sopravvivenza su una superficie solida durante la lenta evaporazione di un film liquido sottile nanometrico, che rimane dopo l'evaporazione della gocciolina sfusa. Mentre l'evaporazione di un grande volume della gocciolina avviene in pochi minuti, l'evaporazione del volume rimanente richiede molto più tempo e il virus può sopravvivere in questo volume rimanente, come mostrato nel grafico.