In questi giorni, Italpizza veicola una promozione al consumo su Face Book che offre uno sconto per l'acquisto di suoi prodotti, fra i quali il marchio 26 x 38: marchio strano ma riferito ad una misura per nulla strana.
Pallet EPAL= cm 800 x 1200: teoricamente ci stanno in altezza più strati, ciascuno di 8 scatole americane (4 +4) sdraiate, di cm 30 x 40 ciascuna; i cm che mancano per arrivare alla misura 26 x 38, servono alle incartonatrici come tolleranza e agli addetti per estrarre le scatole e riporle nei banchi refrigerati.
Effetto: teoricamente, si trasporta quasi il 40% in più di prodotto (area di 988 cm2) rispetto ad una pizza circolare di diametro medio di 30 cm (area 706 cm2): meno carburante per autotrasporto, meno energia termica per la refrigerazione a parità di volume (ovviamente il peso trasportato e refrigerato è maggiore) ma non si consuma energia per trasportare e refrigerare l'aria.
Non è l'unico esempio di ottimizzazione: l'economia quadrata con valenza ambientale è insita nel sistema EPAL, ma anche nel sistema Tetra Pak come pure nel trasporto containerizzato, il cui inventore, lo statunitense MC Lean, aveva un cognome che equivaleva a un programma (lean=snello). Tra le sue affermazioni, "una nave guadagna quando naviga, non quando sta ferma in porto": esattamente come un pallet EPAL. Ma la teoria della nave vale non solo per il tempo, anche per lo spazio.
Insomma, nel PPWR manca un riferimento al contributo alla sostenibilità derivante dalla saturazione dei vettori, dai tempi di attraversamento dei prodotti lungo la supply chain e dall'impatto dei formati. (immagine raccolta in occasione di una mostra di Panalpina a Malpensa Cargo sulla storia ed evoluzione del trasporto containerizzato, anno 2020)