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Luca Maria De Nardo

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Mercati

Produzione imballi: verso la ripresa

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produzione italia ue imballaggi agosto 2020

Effetti della prima ondata Covid: ritorno alla normalità ad agosto e primo bilancio. Nota congiunturale produzione industriale imballaggi - agosto 2020. (a cura di Antonio Savini-ASEtude-asetudes @ gmail.com)

La produzione italiana di imballaggi di agosto ha, per la prima volta dall’inizio del lock-down, leggermente superato i livelli precrisi (+0,6% rispetto allo stesso mese del 2019). Il dato di un solo mese è da considerare con prudenza, ma si tratta di un segnale incoraggiante che permette di fare un primo bilancio degli effetti economici di COVID-19 (fig. 1).

Nel complesso la produzione italiana di imballaggi si è contratta del 5,2% nel periodo marzo-agosto 2020 rispetto allo stesso semestre del 2019. La crisi non ha avuto la stessa intensità nei differenti comparti (vedi tabella).

Infatti, le produzioni di imballaggi in legno e in metallo hanno particolarmente sofferto con diminuzioni cumulate del 15,6% e del 10,3% rispetto allo stesso periodo del 2019. All’estremo opposto le contrazioni sono più contenute per carta e cartone, vetro e plastica (rispettivamente -3,1%, -3,8% e -4,1%).

Ad agosto, la produzione italiana di imballaggi ottiene un risultato leggermente migliore di quello dell’industria italiana, che, nel complesso, torna quasi ai livelli precrisi (-0,1% rispetto ad agosto 2019). Anche in questo caso, il dato è da considerare con prudenza perché il mese di agosto è generalmente caratterizzato da un’attività industriale ridotta a causa delle vacanze.

Inoltre, quest’anno alcuni settori (per esempio quello automobilistico) hanno utilizzato l’estate per recuperare una parte del ritardo accumulato nei mesi precedenti.

Nel contesto internazionale, la produzione d’imballaggi dell’Unione Europea a 27 diminuisce in media del 3,0% rispetto ad agosto 2019. Nel semestre marzo-agosto 2020, invece, la produzione europea ha subito un calo del 3,7%. Dietro questo risultato si evidenzia uno sfasamento tra le dinamiche dei principali paesi. Senza sorpresa, la Germania resiste meglio della media con un calo semestrale del 3,1%. All’estremo opposto, Spagna e Francia soffrono più dell’Italia, con contrazioni della produzione rispettivamente del 5,8% e dell’8,7%.